Scoperta nel 1897 da Emile Bertaux, la chiesa di Santa Lucia si trova fra Melfi e Rapolla in Contrada Giaconelli, nel cuore di un bosco di castagni. Scavata nel tufo vulcanico, la cripta rappresenta la parte terminale dell'attuale cappella che si presenta con un avancorpo in muratura di recente costruzione addossato all'originaria grotta. La struttura è a navata unica con volta a botte e sulla destra è presente un'antica acquasantiera in pietra mentre sul fondo si trova l'altare e sopra un ciclo pittorico. L'affresco raffigura, da sinistra verso destra, un sacerdote in atto di preghiera, la Vergine col Bimbo sulle ginocchia in atto benedicente, Santa Lucia con il palmo della mano rivolto verso lo spettatore e un pannello didascalico con nove scene rappresentative della storia e del martirio della Santa (immagine in alto). Secondo un'analisi stilistica e iconografica condotta dalla studiosa Pia Vivarelli e a seguito di valutazioni sulle storie della vita e del martirio della Santa, la datazione dell'opera viene collocata al 1292 e quindi più vicina ai modelli francesi importati dai normanni che a quelli bizantini, come in precedenza si pensava.
Maggiore interesse riveste il ciclo pittorico della chiesa di Santa Margherita, quasi interamente affrescata e situata nei pressi del cimitero di Melfi. Scavata anch'essa nel tufo vulcanico ai piedi di una rupe, è preceduta da un ampio ingresso a sesto acuto e presenta una struttura a navata unica fiancheggiata da quattro cappelle laterali con volta a botte. Sulla parete absidale principale è raffigurata Santa Margherita, disposta al centro di due riquadri che narrano la storia della vita della Santa con vesti gotiche francesi, mentre sull'arcone sovrastante vi sono i simboli degli Evangelisti racchiusi entro cerchi. Gli altri santi raffigurati intorno all'abside sono San Pietro, San Paolo e San Nicola mentre sulla parete sinistra della navata si trovano le immagini ieratiche di Santa Lucia e di Santa Caterina d'Alessandria. La ricchezza dei cicli decorativi presenti, ci mostra sulla cappella destra le scene dei martiri di San Lorenzo, di Santo Stefano e di Sant'Andrea. Notevole interesse ha suscitato infine l'affresco presente nella cappella a sinistra subito dopo l'ingresso, l'opera raffigura il “Contrasto dei vivi e dei morti”, anche noto come " Il Trionfo della morte" e secondo l'interpretazione del critico Lello Capaldo vi sarebbe rappresentata l'immagine di Federico II falconiere. In quest'affresco compaiono sulla destra due scheletri mentre sulla sinistra vi sono tre vivi che sembrano conversare con i defunti. Per quanto riguarda la datazione, l'intero ciclo pittorico viene collocato fra XIII e XIV secolo in quando riprende schemi figurativi del periodo post-svevo tipici della cultura meridionale.
Altre foto degli affreschi delle chiese rupestri di Melfi
di Nicola Ditommaso