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Isabella Morra. Storia di una poetessa lucana

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 A Valsinni, un tempo Favale, nasce nel 1516 (data non certa) Isabella Morra, illustre poetessa lucana

 

Breve la sua esistenza. Uccisa nel 1546 per mano dei suoi stessi fratelli a causa di una presunta relazione, osteggiata dalla famiglia, con il nobile spagnolo Diego Sandoval de Castro, Isabella morra trascorre la sua vita nel Castello di Valsinni, a oggi sito di interesse e di commemorazione della poetessa.

La sua tragica esistenza ha oscurato per molti anni la vera natura della sua poesia, forse anche a causa dell’intimità dei suoi versi.

Solo nel 1559, esattamente tredici anni dopo la sua scomparsa, viene pubblicato per la prima volta il suo canzoniere composto da dodici sonetti e tre canzoni.

Tuttavia la riscoperta profonda della sua produzione poetica la si deve a Benedetto Croce che nel 1920 si reca a Valsinni alla ricerca di notizie sulla figura di Isabella Morra.

Così Croce descrive il borgo lucano:

«Il piccolo abitato è aggrappato e come conficcato nelle falde del ripido colle, che il castello sovrasta: il castello, anch’esso scosceso per tre lati e inaccessibile […] Dal lato verso borea, che è quello dell’ingresso, si vede dai suoi spaldi svolgersi a valle in lungo nastro il Sinni, che ha qui il suo corso più stretto, e qui si gonfia torbido e impetuoso, e il suo mormorio accompagna l’unica vista dei monti tra i quali è rinserrato, tutti nereggianti di elci e di querce. Quella vista aveva davanti agli occhi immutabile, quel mormorio udiva incessante la giovane Isabella […]».

Nel 1828 pubblica il suo saggio: "Storia di Isabella Morra e Diego Sandoval De Castro", che di fatto riportò alla luce la storia e la poetica della sfortunata poetessa.

E’ nella poesia che Isabella Morra trova l’unica via d’uscita all’isolamento. E’ nella sofferenza che ella vive un’esperienza vera che trabocca nei suoi versi. Al centro delle sue rime vi è sempre l’amore, sentimento spesso accompagnato dal suo lamento interiore, relegata tra le mura di un Castello che la costringe alla solitudine «fra questi aspri costumi di gente irrazional, priva d’ingegno».

A lei e alla sua poesia è oggi dedicato un Parco letterario. La sua figura e la sua produzione rivivono in un emozionante itinerario artistico allestito nel suo paese natio.

Per mantenere in vita la sua memoria è stato istituito, già da diversi anni, un premio letterario che porta il suo nome.

di Mariapina Fortuna

 

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