Siamo agli inizi del 1600. Da pochi anni, Sant’Andrea Avellino è stato “chiamato da Dio all’eterno riposo”.
Nel castello di Cancellara, Donna Dianora Carillia è ospite dei Signori Donna Ippolita Pappacoda e Don Marino Caracciolo. Dianora è afflitta da indicibili dolori causati da gravi malattie. Dopo l’ennesima notte di tormento, distrutta dalle sofferenze, invoca colui che fu il suo confessore : Sant’Andrea Avellino.
Il mattino seguente, una sua serva la scopre in ginocchio ai piedi del letto mentre rende grazie per l’avvenuta guarigione. Ippolita Pappacoda, informata subito dell’accaduto, “ordinò si suonassero le campane di allegrezza, si convocasse tutto il popolo nella Chiesa di S. Francesco, dove unitamente ringraziarono Iddio, ed il Santo Avellino di grazia sì portentosa”