La costruzione del castello marchesale di Palazzo San Gervasio, come palatium regium, è attribuita a Drogone e Umfredo d'Altavilla, e ad esso sono connesse le origini stesse del centro abitato di palazzo San Gervasio che prende il nome proprio dal castello.
Il nucleo originario del borgo infatti, si sviluppò intorno al XI secolo con la costruzione delle abitazioni per la gente che prestava i propri servizi ai signori che abitavano il maniero; il rione venne chiamato Spirito Santo ed ebbe una piccola chiesetta dedicata ai Santi Gervasio e Pròtaso. Il palatium regium, di forma quadrata con due torrioni ai lati, tipica degli edifici militari normanni, fu costruito a circa 500 metri di altitudine.
Fu prima destinato a residenza di campagna e in seguito divenne luogo di caccia e di svago degli Svevi. Venne trasformato dallo stesso Federico II per divenire un luogo, ricco di fonti e di boschi, particolarmente adatto ai piaceri venatori. Notevole importanza acquisì il castello con il figlio naturale di Federico II e di Bianca Lancia, Manfredi. Secondo il cronista napoletano Nicolò de Jamsilla, Manfredi, dopo la vittoria conseguita nella battaglia di Foggia, nell’estate del 1255, si ritirò con il suo seguito per ristorarsi dalle fatiche della guerra.
Dopo la battaglia di Benevento del 1266 e l'arrivo definitivo degli Angioini nel Mezzogiorno vi fu la trasformazione definitiva della residenza in scuderia per l’allevamento dei cavalli reali sotto la custodia di un ex scudiero di Manfredi, Nicola Frezzario da Venosa. I regnanti Angioini destinarono infatti il maschio ad importante centro per l'allevamento delle famose razze equine della marescallia. In seguito la fortezza subì numerosi passaggi di proprietà che contribuirono a preservarne le strutture, se nel 1897 Emile Bertaux scrive ancora che la fabbrica federiciana è possente nelle mura e mostra una chiara fisionomia nella disposizione della corte.
Oggi il castello si presenta con un impianto quadrangolare, torrioni sugli angoli e un cortile centrale intorno al quale si sviluppano vari ambienti residenziali. La costruzione normanno/sveva, dopo aver funto anche da carcere, è stata in seguito usata per alloggiarvi botteghe e ricavarvi abitazioni. Attualmente infine, le strutture sono in fase di restauro e si spera possano tornare al più presto visibili al pubblico.
Foto del Castello di Palazzo San Gervasio
di Nicola Ditommaso