Il centro abitato di Castrum Saracenum, incastonato tra le cime montuose del Monte Raparo e del monte Alpi, è abbarbicato alla sommità di un costone roccioso denominato la Tempa, con i tratti superstiti dell’antica cinta muraria ormai diruta ed i resti di una torre quadrata di fattura saracena che domina la valle del Racanello e del torrente omonimo.
La Torre, con la sua forte rappresentazione simbolica, è la più antica traccia archeologica presente nel paese ed evoca immediatamente alla mente i tempi bui del medioevo, quando il nostro territorio era oggetto di un susseguirsi di dominazioni straniere (greci, arabi, normanni, bizantini, ecc.). Le originarie abitazioni che ancora si conservano, addossate una all’altra, emergono direttamente dalla roccia animando strette, tortuose e ripide viuzze che colorano vicoli e suggestivi “supporti” (vie ad arcate che sorreggono delle abitazioni). Degni di nota per il valore architettonico sono il Palazzo baronale (XV sec.), la Chiesa Madre (XV-XVI sec.) che conserva un polittico su tela del pittore Ippolito Borghese e un trittico del D’Amato, il convento dei Cappuccini (XVII sec.) ed altre chiese minori.