Modellati dalle forze naturali, i versanti argillosi della collina materana ci offrono un paesaggio lunare, fiabesco. Ad Aliano, sulle orme di Carlo Levi, i calanchi di argilla bianca, brulli, senza alberi e senza erba, sono immersi in un irreale silenzio, nella gola profonda della “Fossa del Bersagliere”.
A piramidi, a lama di coltello o a ventaglio, i calanchi assumono, a seconda dei luoghi, forme e colori variabili.
A Craco, il tempo si è fermato. I calanchi non lo hanno abbandonato.
Paesaggi suggestivi che d’estate, a causa dell'estenuante calura, sono quasi del tutto privi di vegetazione.
I calanchi si estendono su una superficie stimata di circa sessantotto mila ettari con una popolazione complessiva pari a circa sessantatrè mila abitanti, concentrata prevalentemente nei centri abitati. Proprio la scarsa antropizzazione ha consentito una salvaguardia “naturale” di alcune aree rimaste integre e selvagge e ne ha accentuato il fascino e la suggestione.
La maggior parte del teritorio è caratterizzato da aree desertiche o adibite a pascolo ovi -caprino che, insieme alla coltivazione dei cereali, rappresenta l’attività economica principale.
A partire dal 2003, il fenomeno calanchivo è stato oggetto di particolare interesse ai fini della tutela e conservazione dei territori da esso interessati. Infatti, è in via di istituzione un Parco Regionale dei Calanchi che trova la sua ragion d’essere proprio nella singolare costituzione geomorfologica di gran parte del suo territorio: i calanchi che interessano le formazioni argillose delineano un paesaggio unico e un’attrazione ecologica di grande rilevanza non solo scientifica.
di Mariapina Fortuna