L’acqua, quel liquido essenziale per la vita di ogni essere, sul banco degli imputati. Da bene comune è diventata una merce qualsiasi, da pubblica è diventata privata. 1milione e 400mila italiani hanno firmato per chiedere un referendum affinchè il prezioso liquido ridiventi pubblico e il 12 e 13 giugno gli elettori sono chiamati al voto. Ma che cosa è successo?
La legge 166 del 2009 ha imposto a tutti gli enti locali di privatizzare la gestione delle proprie risorse idriche entro la fine del 2011. E’ il vecchio Decreto Ronchi, che prevede l’obbligo di affidare la gestione dei servizi pubblici di “rilevanza economica” ai privati, così come chiede l’Europa, e tra questi la gestione dell'acqua. Il punto è che l'Europa non ha mai considerato l'acqua un bene di rilevanza economica. Indispensabile alla vita, è e deve essere un diritto di tutti, come sancito anche da una risoluzione ONU del 2010-votata pure dall’Italia!
Ma quali novità porta il famoso Decreto? In Basilicata le due società a capitale pubblico Acquedotto Lucano S.p.A. e Acqua S.p.A. ,che attualmente gestiscono il servizio idrico saranno automaticamente escluse e si farà spazio a società private, in nome del mercato e della concorrenza. E siccome l’acqua non viaggia su onde mobili o via satellite ma attraverso gli acquedotti, l’esperienza dimostra che dove la gestione è stata privatizzata ci si è trovati sempre di fronte a pessimi servizi e aumenti delle bollette. Del resto è la legge del mercato, il privato deve fare utili.
Nel mondo le guerre in nome dell’acqua non sono poche, poiché quella pulita e potabile comincia a scarseggiare e comprarla al supermercato costa come la benzina! In Italia la battaglia per la difesa di un giusto diritto, quello dell’acqua pubblica, è iniziata, coordinata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua con il sostegno di parroci, cittadini, associazioni, comitati ed Enti Locali. La Basilicata non è assente in tutto questo anzi, il Coordinamento Acqua Pubblica di Basilicata ha raccolto, insieme a una fitta rete di movimenti presenti sul territorio, 15.500 firme a sostegno del referendum.
Ma il lavoro fatto non basta, la firma per la richiesta del Referendum non basta, c’è bisogno dell’impegno di tutti, il 12 e 13 Giugno c’è la possibilità di bloccare questo “furto”. E’ un appuntamento importante. Recati alle urne, porta con te amici e parenti, bisogna raccogliere 20 milioni di voti. Affinchè l’acqua possa ritornare a essere di tutti, votiamo SI PER L’ACQUA BENE COMUNE!
Ricorda, l’acqua è un diritto, ripubblicizzarla un dovere.
http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/