TITO – Ho seguito quasi tutti i live del sabato sera al Cecilia di Tito per le selezioni regionali dell'Italia Wave Love Festival.
Una bella boccata d'aria in questo “Grigio cosmico lucano”. Un luogo e un momento dove conoscere nuovi gruppi, ascoltare nuove canzoni, fare il tifo per gli amici musicisti, scambiare opinioni con gente appena conosciuta, condividere suggestioni, ascoltare i testi delle canzoni.
E qui casca l'asino. A parte pochissime eccezioni, io non ho capito una sola parola di tutte le canzoni di tutti i gruppi ascoltati. Non ho idea se la responsabilità sia degli artisti che non sanno più cantare (non penso che siano diventati tutti ciucci e tutti in una volta), oppure del pubblico che ascoltando una canzone per la prima volta non ci capisce niente (muà), piuttosto che del service (fonti autorevoli mi hanno garantito che sono professionisti in gamba) o ancora della struttura che a prima vista sembra essere nata per accogliere un altro tipo di spettacoli.
Al di là della ricerca delle cause che poco mi importa resta il dato di fatto: al Cecilia non si capiscono le parole dei testi. Ed è un peccato, davvero un peccato. Belle presentazioni, titoli interessanti, buona musica e poi ? Sembra tutto finto inglese.
Anti-polemica: ho sentito gente lamentarsi per i 5€ dell'ingresso (con consumazione). Finiamola per favore, come volete che la cultura vada avanti in Basilicata se vi cacate la faccia di pagare 5€ per vedere 8 band ? Con questa mentalità non andiamo da nessuna parte !
Rocco Perrone