Gianbattista Basile, nobile napoletano che visse buona parte della sua vita in Basilicata, nel 1630, ad Acerenza, completò una raccolta di cinquanta fiabe dal titolo Lu cunto de li cunti. Le leggende, raccolte di prima mano dalla viva voce della tradizione popolare campana e lucana, vennero trascritte in lingua originale, ovvero nei dialetti dell’epoca.
Questo aspetto ci conferma aldilà di ogni ragionevole dubbio l’origine popolare delle storie. Dalle foreste di Acerenza esce fuori Hansel e Gretel chiamata Ninnillo e Nennella nel libro di Basile. Qui è nato il Borgo delle Fiabe su iniziativa del Centro Studi Glinni, l’Accademia del Rinascimento di Roma e il Conte Domenico Basile discendente diretto del poeta.
La Bella addormentata nel Bosco (del Pollino?)
Incredibile ma vero. Anche la fiaba della Bella addormentata nel bosco sarebbe nata in Basilicata.
<<Ancora oggi – ci dice Raffaello Glinni – la cima della montagna si chiama Serra Dolcedorme e Cozzo della Principessa. I pastori presero a raccontarla vedendo forse sulla cima e tra le nebbie i pini Loricati i cui rami, una volta caduti e persa la corteccia, assomigliano ad esseri umani in riposo.
La favola – continua Glinni - potrebbe essere la rielaborazione del mito del dio Apollo, da cui deriva il nome del Monte Pollino (i greci credevano infatti che gli dei vivessero in cima alle montagne) e della sua compagna la dea celtica delle acque Siriona, da cui il nome del Monte Sirino e del fiume Siris alias Sinni. Secondo il mito Apollo, dio della bellezza, s’invaghì di una ninfa scatenando la gelosia di Siriona, vicenda che è alla base della celebre favola della Bella Addormentata e che ne costituisce la rielaborazione. Ancora oggi nel lago Laudemio, posto sulla cima del Sirino, si specchia la dea Siriona, per verificare chi sia la più Bella del reame>>.
La notorietà europea del Cunto de li cunti ebbe inizio quando i fratelli Grimm, pubblicando nel 1822 il terzo volume dei Kinderund Hausmärchen, diedero un posto di grandissima importanza al Basile.
<<Da evidenziare – spiega ancora Glinni – è che il genere letterario fiabesco fu praticamente creato dal Basile, che inserì in quasi tutti i racconti la magia, tipica dei luoghi del Sud che egli attraversava, e il lieto fine.>>
Intanto, al fine di valorizzare questa storia entusiasmante, il Gruppo di azione locale (GAL) “La cittadella del sapere” sta allestendo un Museo della Fiaba nella zona del Pollino-Sirino.
Articolo pubblicato su Al Parco Estate 2013
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