Luigi Guerricchio nasce a Matera nel 1932. Le case dei Sassi Materani permeano la sua produzione artistica giovanile e i suoi personaggi carichi di emotività, storia e vita ci restituiscono uno spaccato della società lucana. Negli anni cinquanta incontra a Portici Rocco Scotellaro. Il sindaco-poeta di Tursi inciderà in maniera profonda sulla sua formazione politica e sulla sua vita artistica. Sono anche gli anni dell’incontro con Carlo Levi e Renato Guttuso. Dopo gli “anni napoletani”, Guerricchio si trasferisce a Salisburgo a dipingere e a scolpire presso le scuole di Manzù e di Kokoschka. Rientrato a Matera negli anni sessanta, insegna Disegno in diversi Istituti Scolastici. Muore nel 1996 a Matera, nel giorno dell'inaugurazione del suo ultimo lavoro, Il Mercante della Murgia, una rappresentazione artistica delle carte del Mercante in fiera.
I protagonisti dei suoi dipinti appaiono “scandagliati nella loro psicologia”. Guerricchio li analizza, li esamina con attenzione e li ritrae nei loro sentimenti più puri, negli stadi d’animo che accompagnano le loro giornate di duro lavoro nei campi. Anche la natura e i paesaggi sono impregnati di realismo. Il colore del grano è di un giallo denso. Le piante della murgia sprigionano tutto il loro potenziale aromatico. Dunque una natura che partecipa alle difficoltà dei suoi uomini. Uomini del Sud. Uomini lucani. Fortemente legato alle proprie origini, Guerricchio racconta la realtà oggettiva della sua terra e della sua gente.
Dalla pittura al disegno, all’incisione e ai mosaici, spazia la sua produzione artistica che lo rende uno degli interpreti più rappresentativi della cultura figurativa lucana degli ultimi decenni.
Numerosi i premi e i riconoscimenti ricevuti dall’artista lucano. Tra questi ricordiamo il Premio nazionale per l'incisione a San Giovanni Valdarno, il Premio nazionale di pittura Posillipo di Napoli, il Premio Targa Florio a Palermo, il Premio Michaud al Fiorino del 1971.
Nel 1998, pochi anni dopo la sua scomparsa, nasce l'Archivio Luigi Guerricchio finalizzato a raccogliere le opere dell’artista e a tutelarne la memoria.
Così ha detto di lui, Nicola Pavese, pittore e suo allievo:
“Ginetto fu un vero ambasciatore della Basilicata e del Sud, dopo le crude descrizioni del “Cristo si è fermato ad Eboli. Con la sua rete di relazioni e di attività espositive fece conoscere la nostra gente, i luoghi e i mestieri, le cose di cui era fatta la semplicità contadina e la conoscenza artigiana. Il suo è stato un amore schietto e fervido per la città di Matera, ma non solo. Per intere comunità anche murgiane e pugliesi dalle quali aveva appreso il fecondo rapporto con il mare ed il lavoro”
di Mariapina Fortuna