Il Parco Archeologico sorto sul sito comprende i resti della città in cui, nel I d. C, terminava il suo corso l'imponente acquedotto.
L'impianto urbano, a pianta ortogonale, d'ispirazione greca, interessa le tre terrazze in cui si divide il pianoro. All'ingresso del Parco è lo spettacolare teatro, quindi il Tempio A, dedicato ad Arpocrate; sullo stesso asse viario è la domus dei mosaici, dimora patrizia contenente le statuette dei Lari. Dalla casa si accede al Tempio B, dal culto sconosciuto, e si raggiungono le Terme Repubblicane con gli ampi ambienti mosaicati. Si raggiunge quindi l'area forense, col Tempio C, di culto imperiale (dato il ritrovamento al suo interno della testa velata di Livia), il Capitolium e la Basilica, luogo di mercato e giustizia. Il percorso prosegue con le Terme Imperiali, la Chiesa della SS. Assunta (cattedrale dell'antica diocesi grumentina) e l'anfiteatro.
Sebbene i resti archeologici identifichino Grumentum come oppidum romana, le indagini condotte di recente hanno evidenziato l'esistenza di un impianto stradale, di facies lucana-enotria, costituito da uno strato di macerie e terra che fa da massicciata alla soprastante strada romana di età imperiale.
L'ipotesi dell'esistenza della c.d. Grumentum I preromana è inoltre avvalorata dal ritrovamento di un gran numero di statuette in terracotta rappresentanti figure femminili ammantate, probabile identificazione di una divinità indigena protettrice delle messi, del matrimonio e degli animali selvatici, venerata dalle donne e paragonabile alla greca Artemide, alla trace Bendis ed alla lucana Mefite.
I materiali rinvenuti a Grumentum sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale dell'Alta Val d'Agri che consente, con le sue esposizioni, di ripercorrere il cammino della ricerca condotta su questo centro nel corso degli anni.
Giusy Lasco