Riassunto capitoli precedenti
John è uno studente inglese di archeologia. Si trova in Basilicata per caso. Conosce Francesca al Lago Pantano di Pignola. Il giorno dopo vanno a Castelmezzano a fare il Volo dell'Angelo prima di arrivare agli scavi di Grumentum dove incontrano un'amica di Francesca, Siena, e il suo ragazzo, Pablo. Dopo aver mangiato in un agriturismo nei dintorni escono a rilassarsi sotto una quercia secolare dove John dice a Francesca di poter fare qualsiasi cosa per lei.
<<Davvero? >>
<< Sì >>
<<Allora vieni con me>>
<<Dove andiamo?>>
<<A bagnarci i piedi>>
Mentre si avvicinano agli amici, poco più in là, cantano “Born to run” del Boss.
...<<Siete pronti?>> ...
Capitolo VIII
<<Oh, yes!>> rispose Pablo lanciandomi un'occhiata d'intesa.
Sembrava aver capito al volo quello che avevo detto a Francesca sotto la quercia.
Salimmo tutti in una sola auto e ci avviammo in direzione dell'autostrada Salerno- eggio.
In macchina cercai di spazzare via tutti i pensieri negativi, le paure, l'ansia e le aspettative per poter essere leggero e sicuro di me stesso. Poteva andare male con Francesca, avrei potuto perderla per sempre dichiarandomi spudoratamente come avevo fatto, ma non avrei mai sopportato il rimorso di non averci provato. Poteva pensare, ecco il solito, sempre lì vuole arrivare. Ma non me importava.
Ero sempre più gasato. In macchina questi pensieri mi avevano fatto andare fuori giri, ormai ero lanciato, non mi importava delle conseguenze, volevo vivere bruciando ogni minuto di questa avventura lucana.
Il viaggio durò circa un'ora e mezza. In questo lasso di tempo parlammo di tante cose, raccontando le nostre esperienze passate, cercando passioni e interessi comuni.
Dopo aver attraversato il viale alberato di Trecchina, ancora qualche chilometro e la strada finalmente scollinò. Non più montagne. Lì sotto c'era il mare! K.O. Ero cotto. L'avrei baciata all'istante. Mi aveva sorpreso ancora. Prima di arrivare in spiaggia, mentre eravamo fermi dietro un'altra auto, mi disse di leggere la locandina appesa alla vetrina del bar: c'era scritto Fly Maratea.
To be continued