Un'avvincente storia lunga oltre duemila anni ha percorso l'abitato oraziano che oggi si ritrova ad avere uno splendido centro storico caratterizzato da infiniti pezzi di reimpiego antichi sparsi lungo le sue vie.
L'esplosione dell'antica Venusia ha portato le sue rovine lungo un percorso che parte dal monumento emblema del reimpiego romano, l'Incompiuta, passa attraverso il monumento simbolo della liturgia cristiana in città, la cattedrale di Sant'Andrea, e giunge a quella che invece è l'opera esemplare della rinascita cittadina, il castello.
Un pittore non avrebbe saputo fare di meglio, ovunque si cammini lungo le vie del centro storico si incontrano scritte romane e medievali, bassorilievi reimpiegati e leoni in pietra posti a guardia di importanti strutture, quali la fontana angioina e quella di Messer Oto, il castello aragonese, la villa comunale e la SS. Trinità. Un vero e proprio revival dell'antico in cui volta per volta la città moderna ha utilizzato pezzi romani facilmente reperibili per costruire il nuovo, sia per un gusto antichizzante sia per aspetti puramente economici, in cui la disponibilità gratuita di materiale da costruzione già pronto ha giocato sicuramente un ruolo determinante.
Lo studio di questi manufatti ha permesso di stabilire anche delle motivazioni religiose e o politiche dietro cui si è caratterizzato il fenomeno, infatti nella cattedrale di Sant'Andrea mancano manufatti di origine ebraica e molto spesso il riuso dell'antico nelle abitazioni private doveva essere anche uno status symbol. Infine ciò che più conta e che a noi oggi forse più interessa è la bellezza decorativa del salotto storico venosino, che si contraddistingue per esser un vero e proprio museo a cielo aperto.
Buona visita!
Nicola Ditommaso