Il primo documento riguardante l’esistenza del monastero di Santa Maria di Banzi è un atto di donazione del 798, con il quale il principe longobardo beneventano Grimoaldo III lo sottometteva al all'abbazia di Montecassino.
Sorta sulle rovine di Bantia, antico centro osco-sannitico successivamente romanizzato, l' abbazia bantina fu soggetta a Montecassino fino all’XI secolo (fu papa Urbano II che nel 1082 la escluse dalla sottomissione alla diocesi di Acerenza, incorporando l'abbazia fra i beni pontifici senza alcuna subordinazione nei confronti di Montecassino).
Con l'arrivo dei normanni, il cenobio d'origine altomedievale visse il suo periodo di massimo splendore grazie alle numerose elargizioni di terre, casali e chiese offerte dai feudatari di Puglia e Basilicata. In questi anni il monastero fu ampliato e la nuova chiesa, su insistenza dell'abate Ursone, venne nel 1089 consacrata direttamente dalla venuta di Papa Urbano II. Il patrimonio divenne vastissimo e per la costruzione dei suoi edifici annessi, come per il primo impianto, furono sfruttati molto probabilmente materiali di spoglio provenienti dalla Bantia romana.
Le strutture del complesso religioso infatti, conservano numerose tracce romane, come blocchi di marmo e numerose iscrizioni in latino. Risulta pertanto certa l’ipotesi che per il primo impianto del complesso alto-medievale sia stato scelto il centro della città antica. La decadenza dell'abbazia comincia nel XIV secolo, quando iniziano le invasioni da parte del re longobardo Ludovico e quando il monastero fu dato in commenda ai Prelati Secolari. Nel 1536 fu soppressa la comunità benedettina e l’abbazia passò agli Agostiniani.
Con l'abate Barberini l’abbazia visse una fase di ripresa che portò al rinnovamento di alcune sue strutture. In seguito la badia passò ai Francescani Riformati che a causa delle condizioni precarie di diversi edifici, decisero di edificare un nuovo convento più rispondente alle loro esigenze. Il periodo francescano si configura come un momento in cui l'abbazia fu interessata da numerose opere di riparazione e manutenzione e dalla costruzione della nuova chiesa eretta sul perimetro di quella vecchia.
Nel 1866 il monastero di Banzi fu soppresso definitivamente e venduto a privati che adeguarono la struttura e la composizione architettonica alle proprie esigenze snaturando l'antico complesso religioso.
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di Nicola Ditommaso