La maschera del Cucibocca di Montescaglioso, paese lucano della provincia di Matera, rappresenta una misteriosa quanto antica tradizione. Dopo gli anni sessanta, questo vero e proprio rito antropologico comincia a perdere partecipazione ma è grazie alle ricerche e all'impegno organizzativo del Centro di Educazione Ambientale che la maschera, unica in tutto il territorio nazionale, ritorna ad appartenere all'immaginario popolare. Nella notte dell'Epifania, come nel Carnevalone montese, con un recupero della tradizione si è anche creato un momento di forte richiamo. Tutto comincia con la complessa vestizione nell'Abbazia di San Michele. Il Cucibocca si vedrà tra vicoli e piazze sotto il suo mantello scuro, con un grande cappello in testa, una folta barba di canapa, cerchi di buccia d'arancia a incorniciare gli occhi, lanterna e paniere, catena spezzata ai piedi e un grande ago in mano per minacciare i bambini. Il Cucibocca fa paura, il Cucibocca minaccia di cucire le labbra. Ma cosa vuole, il silenzio? A questa domanda cerca di rispondere anche il saggio "Dialogo intorno alla maledizione apotropaica" di Vincenzo Stasolla. Si è sentita dunque la necessità di creare una documentazione fruibile, fatta di immagini e testimonianze. Da qui l'elaborazione del Docu-Film "Sulle tracce del Cucibocca" affidato alla produzione di Treenet Studios (Franceso Lomonaco, Luigi Gallipoli, Angelo Calabrese e Nicola Galante), con la partecipazione dell'attore Ulderico Pesce.
«La nostra idea di riassumere la Notte dei Cucibocca, citando tutte le ipotesi a livello imparziale», spiega Nicola Galante cameraman della Treenet Studios, «è quella di preservare alcune tradizioni, alcuni rituali e modi di concepire la realtà, che lentamente sembrano ahimè scomparire, e solo mediante un docufilm si è più diretti nel diffondere la conoscenza di questo fenomeno».
Photo credit: cea.montescaglioso.net