Nella città dei sassi, dall’alba fino a tarda sera, grande è la partecipazione alle celebrazioni e ai festeggiamenti in onore della Madonna della Bruna, Santa protettrice di Matera. Una festa secolare, uno straordinario connubio tra sacro e profano, tra mito e folclore.
La caratteristica processione dei Pastori, alle prime luci dell'alba, da’ il via ai festeggiamenti. Durante la processione, il Quadro della Vergine, la sacra effige della Madonna, sfila tra i quartieri più antichi della città. Il tutto accompagnato da botti pirotecnici. Nel frattempo i “cavalieri” della Bruna con cavalli bardati di fiori, carta e velluti, scortano il carro processionale con la Statua della Vergine e percorrono le vie principali della città tutto il pomeriggio e fino a raggiungere la piazza del Duomo dove, dopo aver fatto i "tre giri", simbolo di presa di possesso della città da parte della SS. patrona, depositano la statua, accompagnata dalla Curia Arcivescovile, in Cattedrale. A questo punto il carro, con alla guida l'auriga, arriva nella vicina piazza Vittorio Veneto. Qui avviene il tradizionale rito dello "sfascio del carro". In un tripudio di massa, il carro trionfale viene assaltato e distrutto (verrà ideato e ricostruito l’anno dopo). Ciascuno, tra la folla impazzita, cerca di "strappare" un pezzo. Si dice che ogni singola statua o pezzo del carro porti prosperità nelle case e nelle botteghe di chi ne ha preso possesso. La festa si conclude con l’esplosione dei fuochi pirotecnici che illuminano la Gravina ed i Sassi di Matera.
Il carro trionfale è sicuramente l'aspetto più caratteristico della festa. Fatto di cartapesta, ogni anno rappresenta una scena diversa. Essa è sempre stabilita dal Vescovo e fa riferimento a parabole e vicende del Vangelo. Si aggiudica l'assegnazione della gara, il cartapestaio che meglio raffigura la scena prescelta nella bozza di presentazione, al miglior prezzo.
“A mmogghjë a mmogghjë all’onn cj vahnë” (sempre meglio l’anno venturo), è l’augurio finale dei materani per una festa, ogni anno, sempre più bella.
di Mariapina Fortuna