La foto, su segnalazione di Francesco Bevilacqua, si commenta da sola.
Il Parco del Pollino non è certo famoso per l'efficienza della segnaletica dei percorsi, anzi. Se poi distruggiamo quel poco c'è!
Era successa la stessa cosa qualche settimana fa al sentiero CAI del Ventennale sul Monte Volturino nel Parco Nazionale dell'Appennino Lucano. Scrivemmo che era necessario intervenire subito mettendo a posto i cartelli immediatamente e formando con il buon esempio. Ed è la stessa cosa che diciamo in questa occasione. E se non ci arriva l'Ente Parco che lo faccia qualche cittadino.
Non ho nessun elemento per poter affermare con certezza quello che sto per scrivere, è solo una sensazione: se fosse successo in un altro Parco (come l'episodio del Volturino) avrei pensato a un caso isolato, a una bravata (comunque senza attenuanti), a qualcosa che può succedere dappertutto. Nel Pollino no. C'è sempre l'impressione che quando accadono cose del genere esce fuori, ancora e inesorabilmente, l'odio verso l'istituzione del Parco. Dopo oltre 20 anni. Come se la colpa di tutto quello che non va in questa terra fosse dei cartelli, o degli alberi o peggio ancora degli animali che la abitano. Questa forma di ritorsione anonima e vigliacca che non riusciremo a estirpare se non con un cambio generazionale. Non riesco a vedere altre soluzioni all'orizzonte. Allora mi chiedo: ma stiamo lavorando sui più giovani? Lo stiamo facendo? Possiamo dire che è un caso isolato anche questo?
Rocco Perrone