Matera2019 – A Matera esiste un archivio privato molto importante. Un archivio che in questi anni, nonostante gli appelli del suo proprietario, non è riuscito a trovare una degna collocazione. E' l'archivio di Domenico Notarangelo, scrittore e giornalista, che tanto ha dato a Matera. Un esempio su tutti: è lui che ha scattato una delle foto, probabilmente La foto più rappresentativa della città dei Sassi. Questa foto.
Nell'archivio di Notarangelo, che ha urgente bisogno di manutenzione, ci sono migliaia di foto, video, interviste, articoli di giornali che raccontano la Storia e la Cultura della Basilicata, dall'uccisione del maiale al maggio di Accettura. C'è anche una minuziosa raccolta di editoria locale.
Mentre leggevo il dossier “Open future”, quando si parla dell’Istituto Demo-Etno-Antropologico (I-DEA), l'archivio degli archivi, mi aspettavo di poter scorgere da un momento all'altro il nome di Notarangelo tra quelli citati. Non c'è, per il momento.
<<La visione da cui prende le mosse l’I-DEA – si legge nel dossier - è rivoluzionaria nella sua semplicità: mettere in rete (letteralmente e metaforicamente) gli innumerevoli archivi della Basilicata in un sapere unico tanto vasto quanto profondo. L’I-DEA – si legge più in basso - si propone come archivio di archivi e collezione di collezioni. Agirà come nodo centrale di questo “museo diffuso”, da una parte costituendo un sistema di archiviazione e consultazione digitale standardizzato attraverso tutti gli archivi che li rende accessibili a cittadini, insegnanti, studenti, ricercatori, policy maker e curatori di tutto il mondo>>.
L'auspicio è che l'archivio privato di Notarangelo trovi il prima possibile un posto dove poter essere conservato in attesa di essere digitalizzato e far parte a pieno titolo dell'I-DEA.
Open Future e #OpenDossier: invito i lucani a leggere il dossier e a prenderci confidenza.
Suggeriamo, facciamo proposte, condividiamo le idee, andiamo avanti, acceleriamo, non aspettiamo!
Conoscete altri archivi privati?
Qui la descrizione dell'I-DEA presente nel dossier “Open Future”:
Il programma poggia su due progetti chiave, ovvero l’Istituto Demo-Etno-Antropologico (I-DEA) e l’Open Design School (ODS). Matera 2019 non rappresenta tuttavia solo un’opportunità di miglioramento delle infrastrutture culturali o la volontà di mettersi al passo con altri luoghi d’Europa; l’intento è quello di attingere alla storia millenaria della città e alla sua unicità per riproporre le istituzioni culturali secondo nuovi modelli di pensiero, proporre nuove idee riguardo la cittadinanza culturale e avviare un necessario dibattito con istituzioni, network e città d’Europa, sul futuro della cultura nel nostro continente.
La visione da cui prende le mosse l’I-DEA è rivoluzionaria nella sua semplicità: mettere in rete (letteralmente e metaforicamente) gli innumerevoli archivi della Basilicata in un sapere unico tanto vasto quanto profondo. Questi archivi comprendono numerose collezioni private di documenti, quelle di associazioni culturali come il Circolo La Scaletta, l’archivio della Riforma Fondiaria degli anni ‘50 e quello della ricchissima Cineteca di Oppido Lucano. Progetto ambizioso e generoso, che mette a disposizione di tutti conoscenze che fanno parte di un patrimonio unico, è tuttavia frugale nello spirito, in quanto si avvale di ciò che già esiste, rendendolo infinitamente più fruibile.
Gli archivi dell’I-DEA forniranno la materia prima per il lavoro creativo di insegnanti, studenti, artisti, accademici, imprenditori e policy makers. Permetteranno di svolgere una nuova cartografia culturale, utile per la progettazione artistica, la didattica a livello scolastico e univesitario, e per impostare strategie distintive di comunicazione e marketing territoriale, nonché di sviluppo economico locale. Quest’utilizzo dinamico degli archivi farà da modello per altre città e regioni europee.
I-DEA Matera
L’Istituto Demo-Etno-Antropologico (I-DEA), è uno dei progetti cardine di Matera 2019. Si propone come prototipo-laboratorio per nuova idea di istituzione culturale del ventunesimo secolo — un’istituzione che unisce innovazione e frugalità attraverso un progetto volto primariamente a valorizzare al massimo il potenziale delle risorse esistenti.
Piuttosto che tentare di emulare il modello tradizionale della grande istituzione costruita intorno ad una propria collezione permanente, l’I-DEA – tramite la digitalizzazione e le tecniche di cultural mapping - rende disponibili tutti quegli archivi già esistenti sul territorio. Matera e la Basilicata ospitano già una straordinaria ricchezza di archivi di ogni genere: dalle collezioni di strumenti artigianali e attrezzature contadine, opere di arte contemporanea, repertori sonori e archivi etnomusicali, collezioni fotografiche e cinematografiche e carteggi e documenti storici che raccontano la storia non solo della regione ma dell’Italia e dell’Europa.
L’I-DEA si propone come archivio di archivi e collezione di collezioni. Agirà come nodo centrale di questo “museo diffuso”, da una parte costituendo un sistema di archiviazione e consultazione digitale standardizzato attraverso tutti gli archivi che li rende accessibili a cittadini, insegnanti, studenti, ricercatori, policy maker e curatori di tutto il mondo. L’I-DEA valorizzerà e stimolerà il lavoro di antropologi e di artisti che si servono di tecniche umanistiche – una delle caratteristiche forti e distintive sia della tradizione che della scena culturale lucana contemporanea. L’I-DEA favorirà la mappatura della memoria orale della città e della regione, e documenterà la ricchezza di feste, ritualità, dialetti, gastronomia e altri aspetti del patrimonio culturale tangibile e intangibile della Basilicata. Un altro ruolo chiave dell’I-DEA sará quello di offrire spazi espositivi moderni e versatili a Matera, capaci di ospitare mostre di livello internazionale. Le mostre, che saranno curate a rotazione da storici dell’arte, artisti contemporanei, specialisti e ricercatori, trarranno primariamente i loro contenuti da una o più di questi archivi, offrendo uno straordinario e diversificato sguardo sul passato e futuro della Basilicata e dell’Europa attraverso l’arte. In tal senso, l’I-DEA fungerà da ponte tra la programmazione artistica di Matera 2019 e le strategie di sviluppo (fondato sulle risorse culturali) di medio e lungo periodo della città e della regione.
L’I-DEA non accentrerà fisicamente le collezioni ma li metterà in rete fra di loro, destinando parte del suo budget sia ad una digitalizzazione dei loro contenuti secondo criteri archivistici di standard internazionale, sia alla futura preservazione archivistica dei beni fisici. La digitalizzazione sotto licenza Creative Commons permetterà la creazione di un indice di consultazione online che non solo renderà accessibile il patrimonio culturale lucano a tutti i cittadini, ma stimolerà collaborazioni e scambi con operatori culturali nel resto d’Europa e del mondo.
Il concetto dell’I-DEA è in parte ispirato a “Rolywholyover A Circus”, uno degli ultimi progetto del compositore, scrittore, filosofo e artista John Cage. Poco prima della sua morte nel 1992, Cage trasformò il Philadelphia Museum of Art in un “circo per opere d’arte” nella quale furono esposti a rotazione quotidiana opere e artefatti appartenenti a 45 altre istituzioni culturali circostanti.
Per poter realizzare il progetto, Cage commissionò un database elettronico condiviso fra tutte le collezioni delle istituzioni partecipanti, che nel tempo divenne un archivio digitale condiviso.