Durante la Settimana Santa, in molti paesi quali Barile, Venosa, Rionero, Melfi, Rapolla, Atella, Filiano, Ripacandida e Maschito, le vie cittadine si affollano per rievocare gli ultimi momenti della vita di Gesù sulla Terra. I numerosi figuranti ripercorrono, attraverso uno spettacolo preparato con impegno, il doloroso cammino del Figlio di Dio verso la crocifissione.
L’antica tradizione di Barile: la Zingara, i chiodi e il Moro
A Barile, uno dei paesi della Basilicata di origine albanese, dall’inizio del Seicento ad oggi la rappresentazione si mescola a molteplici simbolismi non cristiani.
La Zingara è qui un personaggio di duplice valenza, culturale e allegorica. Il suo abito ricorda l’etnia arbëreshë e incarna l’indifferenza ostentata, la gioia, lo sfarzo e insieme al Moro, il male. E’ tanto coperta d’oro che i suoi movimenti, durante la scena, sono assicurati dalla presenza di Carabinieri. Procede sfacciata, non abbassa mai lo sguardo. Una figura fortemente stridente nel contesto di dramma e dolore. Fu proprio lei, secondo la tradizione popolare lucana, ad acquistare i chiodi che trafissero Gesù.
Tra tutte le Via Crucis della Settimana Santa quella di Barile è una fusione culturale, albanese e cristiana, che si traduce in un evento costante da secoli. La riproduzione della Passione del Signore sicuramente più nota, suggestiva e di forte richiamo. A conferma è bene ricordare che, nel maggio del 1964, Pier Paolo Pasolini girò parte delle scene del suo film, Il Vangelo secondo Matteo, nel Parco Urbano delle Cantine di questo paese lucano.
Per approfondire le singole processioni leggi i nostri approfondimenti sulle Via Crucis in Basilicata.