Nel dialetto locale è chiamata “Merlingiana a pummadora” e ogni anno in suo onore viene organizzata nel periodo estivo una sagra a testimonianza della continua affermazione del prodotto nel mondo della ristorazione dei prodotti tipici sia a livello locale che extraregionale.
La Melanzana Rossa di Rotonda affonda le sue origini in Africa ed è stata introdotta in territorio lucano agli inizi del secolo scorso ad opera di alcuni cittadini emigrati e di ritorno dalla guerra. Il progressivo adattamento all’ambiente ha conferito alla melanzana una sua unicità e tipicità rispetto persino alla varietà originale africana.
Piantata a maggio, viene raccolta nel periodo che va da agosto a novembre, in base alle condizioni climatiche.
La Melanzana Rossa di Rotonda è molto diversa dalla melanzana tradizionale che troviamo nei mercati ortofrutticoli e che noi tutti conosciamo. E’ diversa non solo per forma e per colore ma, ha anche un sapore più deciso rispetto agli altri tipi di melanzane, un po’ piccante al palato, ed ha una polpa carnosa che non annerisce dopo averla tagliata. Inoltre, si caratterizza per avere delle foglie dalle proprietà nutrienti e che vengono utilizzate in cucina in maniera molto simile agli spinaci. Numerose sono le ricette in cui la melanzana rossa viene usata. Tuttavia è caratteristica la sua consumazione sott’olio o sott’aceto. Particolare è anche la tecnica di conservazione che prevede l’ “inzertare”, ossia il legare, le melanzane rosse in grappoli. La fase successiva prevede l’asciugatura delle “serte” di melanzane all’aperto, sotto le tettoie delle case.
A partire dal 2000 la Melanzana Rossa di Rotonda è stata inserita tra i Presidi Slow Food, ossia nella lista internazionale dei prodotti a rischio di estinzione censiti e salvaguardati dalla Fondazione Slow Food, come esempio di eccellenza enogastronomica da tutelare e conservare.
di Mariapina Fortuna