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Arrivo a Piano Imperatore (circa 1500 metri s.l.m.) ai piedi del Monte Volturino, nel Parco Nazionale dell'Appennino Lucano, intorno alle 10:00. Per strada lungo la maledetta S.S. 598 saluto un amico con il pensiero e ascolto a ripetizione una canzone di Scott Mckenzie immaginando che lui stia dicendo Basilicata al posto di San Francisco.
Le guide del Parco sono già pronte insieme agli amici del Club Alpino Italiano di Potenza che qualche anno fa hanno segnato il percorso 501 che ci porterà in vetta.
I turisti che si aggregano al gruppo vengono da Bologna, Venezia e dalla Svizzera. Siamo qui per NaturArte Basilicata, un esperimento finanziato dalla Regione Basilicata, coordinato dal Parco della Murgia Materana, che ogni weekend estivo anima i borghi e i boschi, isolati, dei quattro parchi naturalistici lucani.
Giuseppe Melfi e Maria Berillo guidano la prima escursione, Isabella Abate e Nico Armento quella che parte poco più tardi.
Il percorso è breve. E' l'ultima parte del sentiero del Ventennale del Cai che parte da Marsicovetere.
Dopo pochi passi su un'assolata prateria arriviamo subito al primo punto panoramico.
La vetta è alla nostra destra con le sue imponenti testimonianze delle forze geologiche che hanno portato fin qua su questo lembo di terra. Di fronte la Val D'Agri e le vette dell'Appennino meridionale. Non fa caldo.
Dopo la breve sosta entriamo per un tratto nel bosco. Qualche zig zag prima di arrivare sul crinale che in meno di un'ora ci conduce alla vetta.
Qui c'è anche l'arrivo della seggiovia, chiusa quando c'è la neve, chiusa quando c'è il sole.
Fonti del Corpo Forestale ci dicono che qualche anno fa durante l'inaugurazione del “rifugio” iniziò a piovere acqua dal soffitto mentre parlavano il presidente della Basilicata e un vescovo.
Al piano superiore, dove ora c'è una colata di cemento in putrefazione, avevano costruito uno chalet in legno.
Purtroppo si dimenticarono di fissarlo... il vento ha fatto il suo dovere e l'ha spazzato via. <<Cosa ci fanno pezzi di tegole a 1800 metri, chi è così matto da venirli a buttare qui?>> osserva qualcuno durante lo spuntino.
Ce lo spiegano. Lo chalet è stato completamente distrutto dai forti venti, ancora oggi nel bosco sottostante si trovano pezzi di legno, tegole e uno scaldabagno.
La struttura è ovviamente chiusa e in pessimo stato. Dovrebbe essere un bar, senza acqua corrente. Hanno installato un serbatoio a 1836 metri di altitudine, probabilmente per vendere i ghiaccioli a Natale.
Mentre la natura qui sopra è armonia e bellezza
dove c'è la mano dell'uomo si vede il degrado e l'incuria.
Questo è un messaggio abbastanza chiaro per quello che abbiamo fatto qui.
La discesa è un momento.
Chiacchiero del mio (non solo mio) 2008/2009 in Australia con Enrico, dalla Svizzera. In un mese conosce la Basilicata meglio del 98% dei lucani. Mi fa vedere le foto di una mostra di Angela Alliegro che ha raccontato cosa pensano della Svizzera le mogli, rimaste in Basilicata, degli emigranti lucani del secondo dopoguerra.
Sono le 13:30. Decido di pranzare nei pressi del piccolo Museo del Lupo di Viggiano, a pochi minuti da Piano Imperatore, con la scusa di salutare un cliente ristoratore. Mentre aspetto l'antipasto arriva un ragazzo con una “motocicletta”. Ha lo stivaletto appuntito, pantalone e maglia nera. Gli chiedo se gli piace la musica metal perchè il 10 Agosto a Senise c'è l'Agglutination, il più grande raduno metal del sud Italia. Anche io faccio l'ufficio di informazione turistica a tempo pieno, come gli amici del Pollino, le guide che ogni giorno rispondono a decine di richieste colmando le lacune delle istituzioni. Noi però da queste parti, a differenza loro, diamo le informazioni anche se non le vogliono perchè sono pochi quelli che le chiedono!
D'altronde ancora oggi la maggior parte di quelli che ci conoscono poco pensano che Al Parco (quasi tutti dicono “il” Parco) e alparcolucano.it siano l'Ente Parco Nazionale dell'Appennino Lucano.
E' una delle poche volte che mangio da solo in un ristorante in Italia, il perchè non mi va di raccontarlo.
Il ragazzo con la “motocicletta” mi risponde di no, non gli piace la musica metal. Si siede al tavolo vicino al mio.
Rilancia lui <<di dove sei?>>
<<Vivo a Satriano e tu?>>
<<Io sono di Caggiano>>
Gli dico la prima cosa che mi viene mente. Cerco subito un link.
I suoi occhi si illuminano. Mi dice che anche loro, i caggianesi, avevano intenzione di riprendere questa tradizione dall'anno prossimo.
Prima di andare avanti è necessario spiegare che i caggianesi sono fedelissimi alla Madonna di Viggiano. Secondo la leggenda fu proprio un pastore di Caggiano a trovare la statua della Madonna alcuni secoli fa. Negli anni settanta ci furono momenti di tensione tra i due paesi, ora c'è un gemellaggio fortissimo. L'onore di portare la statua è diviso soprattutto tra Viggiano e Caggiano.
Per approfondire guardate questo video dal minuto 15:39 (dura una decina di minuti).
Si chiama Gennaro ed è uno dei “procuratori” (organizzatori) del pellegrinaggio dei caggianesi. Penso a mia nonna che negli anni settanta ha fatto la procuratrice del pellegrinaggio dei satrianesi, il suo gruppo prendeva la statua subito dopo il mulino, quando la strada inizia a salire. Un anno riuscirono a portarla dodici volte, lo ricorda con le lacrime agli occhi. Ricorda anche quando Caggiano e Viggiano litigarono e la Madonna “per ammonimento” non si muoveva.
Invito Gennaro ad unirsi a noi. Potremmo aspettarli a Sasso e continuare insieme. Mi dice che quest'anno non si può fare. Il sabato mattina, al santuario, come ogni anno si celebra la messa dei caggianesi, quindi è necessario partire qualche giorno prima per arrivare in tempo. Ma nel 2014 ci saranno!
Buon antipasto, vino paesano e un'ottima pasta ai funghi porcini. Mentre chiacchieriamo sappiamo entrambi, senza dirlo, che appena finito il pranzo andremo insieme su a 1730 metri a salutare la Madonna Nera.
In salita mi racconta nei dettagli il rapporto che hanno con la Madonna e con i viggianesi, come sono riusciti a riappacificarsi dopo le liti degli anni settanta. Io mi alterno con gli aneddoti di mia nonna. Il silenzio del santuario è impagabile. C-a-l-m-a.
Prego anche io, anche se non credo. Usciamo fuori e ci sediamo a terra con le spalle appoggiate alla chiesa. Pochi minuti e arriva Vincenzo, da 17 anni il custode del santuario.
Un'artista, un artigiano, un uomo di fede. Ci parla della sua esperienza, di cosa significa stare tutti i giorni da maggio a settembre da solo sulla vetta di una montagna. Come è cambiato il santuario da quando non c'era nemmeno la strada per arrivarci. Perchè qui è diverso da Fatima o da San Giovanni Rotondo <<che sono diventati macchine per fare soldi>>.
Conosce Gennaro, si vedono ogni anni a maggio quando la statua viene trasportata in vetta e a settembre quando ritorna al paese. Ci dice che si ricorda di quasi tutte le persone con le quali parla.
Mi guarda ma non gli viene in mente niente. Quando dice che il giorno della processione, dopo due notti insonni, lui è l'ultimo ad andarsene perché deve chiudere tutto e scappare in paese per finire le sue mansioni, sono io a ricordarmi di lui. Gli chiedo se l'anno scorso ha svegliato un ragazzo avvolto in un sacco a pelo su una panca nella struttura che ospita i pellegrini.
<<Giovane! SVEGLIA che la Madonna è partita>>. Si, lo ricorda.
E allora lo ringrazio perchè quel ragazzo ero io. Dopo aver resistito al freddo durante tutta la notte poco prima dell'alba mi ero appisolato al tepore di quel posto affollato. Dopo la sveglia mi sono precipitato fuori, non c'era più nessuno. Correndo per raggiungere la processione scattai questa foto un attimo prima che la Madonna scomparisse dietro la curva in direzione dei ripidi tornanti.
Ci lasciamo dandoci appuntamento al primo settembre.
Io torno al Volturino per assistere al concerto dei Radio Babel Marsiglia a Piano Imperatore. Scenario incantevole. Gli artisti fanno gli artisti e ci fanno pure ballare.
Passo in rassegna con l'immaginazione tutti gli amici che fino alla sera prima avevo invitato a farmi compagnia, penso a cosa si sono persi, poi li ringrazio per non essere venuti, probabilmente non sarebbe andata così.
In macchina, sulla via del ritorno, sempre sulla S.S. 598 dalla quale si vede la luce del santuario, penso che per cambiare la Basilicata non basteranno milioni di euro, grandi attrattori, petrolio, grandi eventi, sostegno alle imprese. Per cambiare la Basilicata è necessario cambiare i lucani.
Ma non sprecherei nemmeno un minuto per i lucani che hanno più di 20 anni. E' già troppo tardi. Portiamo i bambini nei boschi. Facciamoli innamorare della Basilicata.
Portiamo i bambini in montagna e facciamo i lucani del 2030.
Il giorno dopo vado a salutare mia nonna e le racconto tutto. Per lei tutto quello che mi è successo non è una coincidenza, c'è la mano della Madonna! Così ci abbracciamo e simbolicamente mi cede il testimone, sono ufficialmente diventato il “procuratore” del pellegrinaggio dei satrianesi a Viggiano. E quest'anno, il 31 agosto, ci andiamo a piedi, proprio come facevano un tempo: con rispetto, devozione e allegria.
“”If you're going to San Francisco Basilicata
Be sure to wear some flowers in your hair
If you're going to San Francisco Basilicata
You're gonna meet some gentle people there”