Le pittoresche stradine di Moliterno, che fu, tra il 700 e l'800, la capitale culturale della Val d'Agri, conservano ancora oggi le tracce del suo fastoso passato, non solo dal punto di vista strettamente artistico, ma anche per quanto riguarda l'economia del paese, basata sulla pastorizia e sulla produzione del ben noto Canestrato di Moliterno
Testimonianze del IV sec., conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Grumento Nova, mostrano come questo formaggio fosse già conosciuto anticamente, sebbene i primi scritti attestanti l'esistenza del prodotto risalgano soltanto ai primi del '600.
La produzione del canestrato a Moliterno è importante in quanto reca testimonianza di attività produttive antiche, eppure molto attuali, di cui restano tracce nei locali utilizzati ancora oggi per la produzione del suddetto formaggio, i c. d. Fòndaci. I fòndaci (dall'arabo funduq, ossia magazzino seminterrato) sono i tipici locali al pian terreno dei palazzi nobiliari di Moliterno in cui avveniva la stagionatura del formaggio; la tipologia costruttiva a due o tre arcate, con il pavimento inclinato per consentire lo scolo della salamoia delle forme di pecorino, unita alle particolari condizioni microclimatiche che si creano all'interno di questo grande ambiente, rendono il vano fresco e ben areato.
Le volte a crociera, in pietra o calce, così come le strutture portanti, costituiscono sicuramente l'elemento architettonico più interessante e caratteristico delle tante strutture ancora esistenti sul territorio comunale. Il riadeguamento funzionale e la restituzione dell'originaria destinazione d'uso di queste strutture, testimonianze tangibili della più moderna forma di archeologia produttiva, ha consentito la perpetrazione delle tradizioni locali secondo metodi tradizionali che ben si inseriscono nell'ottica del turismo sostenibile e responsabile. Il più grande ed importante fòndaco di stagionatura a Moliterno è posto nel seminterrato di palazzo Parisi, al centro del paese.