Capito V
I primi tornanti somigliano ai movimenti di una culla esplosiva. Dolce e carica di energia. Non servono parole. La macchina va e l'immaginazione vola fino a desiderare di bloccare il tempo per vivere all'infinito quel momento. Mi sembra di appartenere alla linfa vitale dei paesaggi che scorrono dal finestrino. Quando usciamo dal bosco la luce del sole ci acceca, pochi secondi per scoprire la foto invecchiata di una valle completamente disabitata. Ci arrampichiamo su una montagna imponente prima di scollinare vicino Viggiano dove facciamo una sosta. Francesca mi mostra la sua terra con sguardo fiero e risentito.
<<Da questo posto sono visibili pregi e contraddizioni della Basilicata: la vedi quella specie di antenna? Quello è un pozzo di petrolio circondato da un bosco rigoglioso. Poco più in là c'è un parco eolico, l'energia del futuro. In basso quella macchia blu è il Lago del Pertusillo e quella zona industriale a poche centinaia di metri è il Centro Oli dove convogliano 100mila barili di petrolio al giorno. Noi siamo diretti sotto quel paese posizionato sul colle in mezzo la valle>>. Da quando ho incontrato Francesca il tempo è diventata una dimensione che non riesco più a comprendere. Secondi che durano giorni, ore che scompaiono in pochi minuti. Ho la sensazione che se solo me lo chiedesse potrei seguirla ovunque.
Arriviamo all'area archeologica di Grumentum prima di pranzo e di colpo facciamo un tuffo nel passato di 2000 anni. Da qui riesco a vedere il punto dove ci siamo fermati poco prima con la macchina. Capisco che cambiare prospettiva e guardare le cose da un'altra angolazione è davvero importante per poter comprendere le cose della vita. Mentre scattiamo alcune foto nel teatro romano Francesca si sente chiamare. Si avvicina una ragazza bionda e abbronzata e …
To be continued