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Mercoledì, 16 Aprile 2014 00:00

Sacro in Basilicata: la settimana santa

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Approfondimento. Le Rappresentazioni Sacre della Settima Santa in Basilicata

Da dove vengono gli spettacolari e dram­matici riti della settimana santa?

L’origine di tale devozione è da attribuire al periodo post-Crociate? All’avvento dei pel­legrini che si recavano in Terra Santa e che rientrati in Europa iniziarono ad erigere nei loro paesi memorie dei luoghi della Passio­ne di Cristo? O semplicemente alle credenze popolari avvalorate da scritti evangelici che galvanizzavano molti, tanto da rappresenta­re dal vivo la morte di Cristo?

Qualunque sia l’origine, assistere ad una manifestazione di devozione popolare, sarà sicuramente un’esperienza indimentica­bile ed emozionante.

Per questo motivo vi proponia­mo una breve sequenza delle Sacre Rappresentazioni del­la Passione di Cristo pro­grammate in alcuni paesi del Vulture-Melfese durante la Settimana Santa dove sacro e profano, tradizioni, folklore e consuetudini popolari comme­morano la morte di Cristo.

Nella Settimana Santa strade, viottoli e piazze di modesti paesini situati alle pen­dici del Monte Vulture diventano lo sce­nario rievocativo dell’estenuante calvario di Cristo.

Giovedì Santo

La rappresentazione di Atella, piccolo centro della Valle di Vitalba, è un’otti­ma occasione per iniziare un itinerario che permetterà di vivere a pieno i tre giorni che precedono la domenica di Pasqua.

La processione si snoda nelle piazze della cittadina, dove, in taluni punti, ecco uscire da una casa o da una bottega un personag­gio in costume d’epoca, fino ad arrivare ad un fantomatico Monte Golgota simbo­leggiato da una balza che domina la valle sottostante.

Il tempo di raggiungere Rapolla, centro alle pendici del Vulture, ed è possibile osser­vare un’altra rappresentazione che alcuni potranno intendere come una replica di quella appena ammirata ad Atella. Chiac­chierando con alcuni rapollesi abbiamo scoperto che molti pensano che il rito sia asettico e lontano da quello storico che andava in scena nel suggestivo scorcio del­le cantine, ma che è possibile ancora oggi apprezzare il personaggio “delle dolenti”.

Venerdì Santo

A Barile ha luogo la più antica manife­stazione con personaggi viventi (risale al 1600).

La sua caratteristica è l’accostamento ai personaggi evocati dal vangelo a soggetti derivanti dalla tradizione Arbëreshë, il bor­go infatti fu fondato con la stabilizzazione di una colonia proveniente da Scutari e Croia.

Gli abitanti attendono con devozione l’ap­puntamento, dedicando diversi mesi alla preparazione dello stesso.

Assolutamente da ammirare il personaggio lussurioso e pagano della Zingara che sfila pavoneggiandosi, regalando sorrisi e spen­sieratezze, incurante delle sofferenze della maggior parte degli altri soggetti. La tradi­zione popolare la vuole ricoperta con gli ori di tutto il paese e sarà lei a fornire i chiodi utilizzati per la crocifissione.

Altro personaggio pagano importante è il Moro che forse ricorda l’avanzata dei Turchi che attorno al 1400-1500 in diverse scorribande invasero l’Albania con la conse­guente messa in fuga del popolo Albanese. Ha la carnagione scura, effetto di un este­nuante, meticoloso e antico trucco del vol­to, è abbigliato con abiti inusuali e incuran­te gioca, calciando la palla, con un piccolo moretto distribuendo ceci e confetti.

Sicuramente non passerà inosservata la figura del Malco, che non trova una collo­cazione fissa nel corteo rappresentando la figura dell’ebreo errante che schiaffeggiò Gesù e che sarà condannato alla dannazio­ne eterna per l’offesa inferta; calza enormi scarponi rovesci ed è avvinto in una corda di cilicio che lo stesso scuote con fare mole­sto ri-percuotendola sul suo corpo.

Memorabile il gruppo delle 33 bambine, (che ricordano i trentatre denari con cui fu ripagato Giuda) di viola vestite, che in vas­soi portano oggetti sacri e commemorativi. I centurioni a cavallo suonano un tipo di tromba simile allo shoffar, strumento ebraico usato per annunciare la luna nuo­va e le feste solenni e che ancora oggi viene utilizzato per annunciare lo Yom Kippur, giorno ebraico della penitenza, conside­rato il giorno ebraico più santo e solenne dell'anno.

In passato la processione diventò ecce­zionalmente e per un’unica occasione iti­nerante. Desideroso di ammirare questo momento catartico di grande fede e di im­portante tradizione, Papa Giovanni Paolo II, nel 1983 invitò i barilesi a Roma: dalle viuzze del piccolo centro, alle strade della Città del Vaticano.

Degna di nota anche la Cena Domini di Venosa e la seguente rappresentazione che andrà in scena all’imbrunire: una riprodu­zione fedele delle narrazioni bibliche utiliz­za come scenografia naturale i vari monu­menti della cittadina Oraziana.

Sabato Santo

Gli eventi legati alla settimana santa si concluderanno con la sacra rappresen­tazione di Rionero in Vulture, per qualcuno la reiterazione di alcuni tratti delle prece­denti suddette, impreziosita da molte parti recitate che le conferiscono l’anima di una vera e propria rappresentazione teatrale, dall’entrata di Gesù in Gerusalemme, al verdetto di Re Erode, fino alla crocifissione.

L’intento di questo contenuto è assoluta­mente informativo, non abbiamo voluto accreditare primati o riconoscimenti. Il no­stro fine é quello di emozionarvi e al tempo stesso incuriosirvi.

L’occasione per concedervi una gita fuori porta alla scoperta delle tradizioni della Basilicata, che sicuramente diventerà un ricordo memorabile.

 

 


 

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