Lo scrittore francese Richard de Saint-Non utilizzò, nel 1781, per descrivere il Bosco Pantano di Policoro, queste parole:
"Una foresta sacra… dominata dal silenzio e dall’oscurità misteriosa che regna sotto le immense querce vecchie come il mondo… popolata da una folla pacifica di animali e di ogni specie di selvaggina; dai cinghiali, dai daini, dai cervi, dai caprioli per non parlare delle martore e degli scoiattoli di cui vedemmo una gran quantità passeggiare sulle nostre teste, di albero in albero".
Un secolo più tardi, nel 1881, Francois Lenormant, archeologo francese, parlava di una "vera foresta vergine ... che da una eternità non conosce l'accetta.
Per il suo elevato valore naturalistico, paesaggistico e scientifico la Riserva del Bosco pantano ė stata segnalata nel 1971 dalla Società Botanica Italiana come meritoria di tutela. Attualmente è Sito di Importanza Comunitaria (SIC) in base alla direttiva comunitaria Habitat e Riserva Naturale Regionale ai sensi della legge regionale 28/94, per un’area di 480 ettari.
In collaborazione con il WWF, il Comune di Policoro ha avviato un progetto di recupero ambientale al fine di tutelare e salvaguardare quello che rappresenta uno dei pochi boschi planiziali relitti presenti sul territorio italiano. Il WWF gestisce oggi ventuno ettari di bosco di proprietà dell’amministrazione comunale.
In relazione alla tipologia di vegetazione, la riserva naturale può essere suddivisa in tre aree: l'area della macchia mediterranea, l'area sabbiosa del litorale Jonico e quella del bosco umido con le zone palustri. La fauna invece comprende diversi uccelli marini, gli aldeidi tra cui l'airone e la garzetta e, tra i rapaci, si possono osservare l'albanella reale e l'albanella minore, il nibbio reale, il falco di palude e il raro falco pescatore.
Un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura.
di Mariapina Fortuna
