Dopo il MEEtmeTONIGHT di Milano, il Festival delle Scienze di Bergamo e il teatro Ca’ Foscari di Venezia, il debutto a Calvello, di pochi giorni fa.
Il monologo, interpretato dall’attore Davide Gorla, mette in scena un futuro energetico raccontando il difficile rapporto tra uomo ed energia, ambiente e consumi a partire dagli anni ’50 del secolo scorso. Un eccellente esempio di teatro scientifico per raccontare i complessi risvolti di un uso scellerato delle fonti energetiche della terra, toccando il cuore delle persone, suscitando emozioni forti e dialogando con la mente dello spettatore. Ecco svelato il segreto del teatro scientifico: afferra un argomento complicato e, un pezzetto alla volta, lo ammorbidisce, lo distende e lo rende umano ed emotivo, in modo che tutti possano riconoscerlo e comprenderlo, queste le parole dell’autore Andrea Bellati.
Al calar della notte, un uomo con una lanterna vaga….tutto intorno è deserto, è desolazione. Gli spari e le urla dei predoni rompono il silenzio del vento. Ma il suono meccanico della voce dell’uomo, il moderno Diogene, continua incurante l’inquietante storia della società degli iperconsumi. O consumare tutti un po’ di meno e trovare altre fonti di energia, oppure andare avanti a spremere la Terra. Perché se qualcuno vuole mangiare di più, qulcun altro deve fare la fame. Per forza.
Cosa c’è di meglio che sprecare per dimostrare a se stessi e agli altri di stare bene? Il risparmio, roba vecchia, fuori moda. Il risparmio, residuo di una civiltà contadina che faceva la fame!
L’egoismo ci ha seppellito in un sepolcro di silenzio e trasformato il nostro cervello in un ammasso di carne bruciata, rotta e frastagliata. Ma la conoscenza è il nostro balsamo.
Il bivio è dunque la scelta, l'ultima occasione che l’umanità ha per salvarsi. Il cervello deve conoscere e farsi le domande giuste, deve poter scegliere. Il cervello ha il dovere di limitare l'egoismo della pancia.
di Elena Ruggieri