Situato nella provincia di Matera, con i suoi 18.000 abitanti circa, è, per dimensione, il terzo comune lucano. Arroccato su un colle immerso nel suggestivo e lunare paesaggio dei calanchi, Pstizz (Pisticci in dialetto pisticcese) affonda le sue origini nel VII secolo a.C. circa. Proprio grazie alle lammie, le case tipiche pisticcesi situate nel centro storico e costruite con un’architettura semplice in file parallele, Pisticci è conosciuto come il borgo dalle “casette bianche”.
Ma cominciamo il nostro tour dalla parte più alta del paese, a 364 m di altitudine: la Terravecchia. Il nome stesso ci comunica che siamo nella zona più antica del borgo lucano. Qui troviamo il Castello di epoca normanna, di cui oggi resta solamente la torre quadrata, mentre poco distante ci sono i ruderi dell’antica Chiesa della Madonna della Stella.
Sempre in Terravecchia sono situati Palazzo Rogges e Palazzo De Franchi Caldoni, due antichi palazzi gentilizi risalenti alla prima metà del XVIII secolo.Da qui il panorama è spettacolare. Da un lato si concedono alla vista i paesaggi di Craco, Stigliano, Ferrandina, Tursi e l’ultimo tratto dell'Appennino lucano; dall’altro la vista spazia verso la valle del fiume Basento e si estende fino al golfo di Taranto.
Scendendo dalla Terravecchia giungiamo nel rione Dirupo. Qui la frana del 1688 trascinò più a valle, in una voragine creata dallo smottamento, case e persone. Nel Dirupo, inserito nel Catalogo delle 100 Meraviglie del Mondo della Piccola Grande Italia da salvaguardare, osserviamo le lammie, ricostruite dai contadini dopo la frana.
Risalendo dal rione Dirupo si arriva a Piazza Plebiscito dove è presente la chiesa di San Rocco, dedicata al Santo Patrono di Pisticci. Si tratta di un edificio, di origine recente ma interessante in quanto rappresenta il primo esempio in Italia di stile novecentesco applicato ad un edificio religioso.
Risalendo ancora attraverso Corso Margherita, via principale del paese, si arriva a Piazza Umberto I, dove è situata la Chiesa di Sant'Antonio, originariamente annessa ad un convento di francescani dedicato a Santa Maria delle Grazie, il cui nucleo primitivo risale intorno 1460.
“... Bianca sul suo colle argilloso la piccola città silente, sovrana coronatrice del vasto paesaggio tra i fiumi Basento e Cavone, svetta da vie tortuose e chiare. Il sole indugia in lunghi ozii meridiani fra le ospitali case basse e cuspidate, sullo sfondo delle montagne gibbose orlate di agavi aguzze, di secolari ulivi e di fichi d'india...” (Concetto Valente)
di Mariapina Fortuna